Posizioni percettive: Rispetto e Offesa

Metafore dei due stati


RI-SPETTO

OFFESA




Sono un soggetto che percepisce


distinguo i pensieri dalla realtà


sono attento a soddisfare i miei veri bisogni


giudico la mia soddisfazione

 


autonomo sono me stesso

 


voglio migliorare il comportamento osservando le sue conseguenze


desidero il riconoscimento degli altri


perseguo obiettivi miei


sono consapevole delle mie motivazioni legate alla soddisfazione di miei veri bisogni


so cambiare comportamento accorgendomi dei suoi risultati perchè non me ne identifico


distinguo i risultati dalle mie intenzioni


circolo virtuoso: attento ai miei bisogni e al nesso comportamento-conseguenze, ottengo quel che mi serve -> più sono soddisfatto


sento "giusto/sbagliato" e rimango attento all'"utile/inutile"


sono responsabile


sono determinato dalla mia struttura e libero di scegliere come prestare attenzione


non sono conformista


sto sereno


mi sento fiducioso nello stare attento, amo stupirmi


mi accorgo delle emozioni, e le uso


amo apprendere, desidero imparare


mi godo il vuoto e osservo


attento al presente, flessibile: fiducioso, libero di dedicarmi a quel che vale davvero per me


riconosco l'ipocrisia delle mie emozioni negative, e dunque svaniscono


mi faccio tenerezza in quanto persona


mi rispetto, mi godo l'attenzione a come sto attento e lo stato di flusso


mi sento


giudico la mia relazione con il mondo


la mia esperienza emotiva dipende da come osservo e ascolto


"diverso" forse funziona meglio


crescere significa diventare più liberi e responsabili


desidero danzare piacevolmente


ascolto


dialogando sono curioso dello stato d'animo altrui


conosco e comunico esplicitamente i miei presupposti

 


con gli altri vivo rapporti di collaborazione e/o intimità


invito gli altri in una danza di rispetto e collaborazione su obiettivi


circolo virtuoso: ho un vantaggio virtuoso a collaborare, gli altri sono soggetti, ascolto, mi coordino -> gli altri sono proprio soggetti graditi

 


seguo il flusso della mia umanità senza sprecare energie a resisterle


 

OSSERVO E USO

LE EMOZIONI

Sono un oggetto che si giudica


confondo i pensieri con la realtà


sono attento a soddisfare l'immagine

 


giudico me stesso identificandomi con i risultati


molto manipolabile sono alienato da me stesso


voglio migliorare "me stesso" in funzione dei fallimenti rispetto all'immagine


ho bisogno del riconoscimento degli altri


perseguo obiettivi definiti da altri


non mi accorgo delle motivazioni legate al mantenimento della mia immagine

 


rigido nel cambiare comportamento perchè me ne identifico, non ne vedo le conseguenze 


confondo i risultati con le mie intenzioni


circolo vizioso: attento alla mia immagine, non vedo i miei bisogni, perseguo ciò di cui non ho bisogno -> mi sento eroico e/o vittima


simbolizzo "giusto sbagliato" e agisco senza vera utilità


sono colpevole o innocente


sono determinato da come altri guidano la mia attenzione

 


rischio il conformismo


provo sentimenti legati al film mentale


mi sento sicuro quando agisco automaticamente, amo il controllo


sfuggo le emozioni, provo a controllarle


amo la normalità, desidero sapere già


temo il vuoto, simbolizzo


ossessionato, rigido: insicuro, disperato nel dimostrare che sono in un determinato modo


giustifico le mie emozioni negative radicandole


mi autocommisero in quanto vittima


mi drogo con i vantaggi perversi del vittimismo e del conformismo


mi sento incompleto


giudico il mondo


la mia esperienza emotiva dipende da ciò che mi accade


"di più è meglio"


crescere signifca diventare più adatti, migliori


desidero avere ragione


presumo


dialogando sono attento a quel che devo dire


subisco e comunico solo implicitamente i presupposti assunti senza accorgermene


attivo con gli altri rapporti collusivi e/o manipolativi


induco gli altri ad una danza di offesa e alienazione, distratto dai miei obiettivi


circolo vizioso: ho vantaggi perversi nell'essere sopraffatto, gli altri sono oggetti, creo un problema relazionale, non mi coordino -> gli altri sono proprio oggetti sgraditi


resisto alla mia umanità

 


SFUGGO LE EMOZIONI, TENTO DI NEGARLE, SOFFOCARLE, CONTROLLARLE E GESTIRLE