Vi proponiamo un esercizio provocatorio, qui giocato in
ambito organizzativo, ma utilizzabile con la stessa struttura in tutti i nostri ambiti relazionali: rapporti fra genitori e figli, rapporti di coppia, rapporti di amicizia...
Ecco l’elenco degli stereotipi e dei miti ricorrenti sui poveri redatto da Muhamad Yunus, l’economista fondatore della Grameen Bank
che ha diffuso nel mondo il microcredito (Muhamad Yunus “il banchiere dei poveri”, Feltrinelli 2000).
Potete utilizzarlo per individuare le forti analogie fra
questi stereotipi e quelli a proposito del manager, del dirigere e della partecipazione al rischio, dell ruolo del dipendente…
Talvolta lo stereotipo contiene qualche elemento di verità.
L’obiettivo, nell’utilizzare questa traccia, non è di discuterne la verità, ma di accorgersi di quanto, quando e come sono utilizzati, anche da noi
stessi, pretestuosamente.
Provate a sostituire a 'povero' e 'credito', 'manager' e
'delega' o 'partecipazione al rischio'.
Buon divertimento!
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I poveri devono ricevere un addestramento specifico
prima di poter intraprendere qualsiasi attività produttrice di reddito
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Il credito, da solo, non serve a niente: deve essere
necessariamente accompagnato da istruzione, tecnologia, rete di distribuzione e di trasporto
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I poveri non sanno fare economia, consumano subito
tutto perché i loro bisogni sono pressanti
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I poveri non sono capaci di lavorare in gruppo
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La povertà cronica ha un effetto deleterio sullo
spirito e le aspirazioni dei poveri: un uccello che ha trascorso tutta la vita in una gabbia, quando gli si apre lo sportello non ha desiderio di volare
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Le donne delle fasce più povere non hanno nessun tipo
di competenza, perciò è inutile cercare di inserirle nei progetti
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I poveri sono troppo affamati e disperati per prendere
decisioni razionali
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I poveri hanno una visione molto ristretta della vita e
non sono interessati a nulla che potrebbe portarvi un cambiamento
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La religione e il costume hanno così grande influenza
sui poveri (e specialmente sulle donne povere) da paralizzare completamente la loro libertà di azione
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Nelle realtà rurali le strutture di potere sono troppo
potenti e radicate perché un programma di credito possa avere successo
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Il credito ai poveri è controrivoluzionario: uccide nei
poveri lo spirito di ribellione inducendoli ad accettare la realtà esistente
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Il credito è un modo intelligente per sobillare i
poveri contro i ricchi e distruggendo l'ordine sociale vigente
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Le donne non riusciranno a conservare i soldi del
prestito o i proventi del proprio lavoro: i mariti le tortureranno a morte, se necessario, per estorcere loro il denaro
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I poveri amano accudire i padroni, piuttosto che
prendersi cura di se stessi
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Il credito ai poveri è controproducente: impone il peso
dei debiti sulle fragili spalle del povero, che per tentare di ripagarli peggiorerà sempre più la propria condizione
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Incoraggiare i poveri a intraprendere un'attività
indipendente provocherà carenza di manodopera salariata. Di conseguenza i salari saliranno alle stelle, aumenteranno i costi di produzione, si creerà inflazione e la produttività in campo
agricolo ne risulterà compromessa
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L'estensione del credito alle donne sconvolgerà il
ruolo tradizionale della donna all'interno della famiglia e la sua relazione con l'uomo
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Il credito può essere momentaneamente di aiuto ma non è
risolutivo sul lungo termine e non porta a un'equa riorganizzazione della società
Ecco una possibile
traduzione degli stereotipi
Si’ è tradotto così:
- ‘povero’ con 'manager'
- ‘credito’, con 'delega' o 'partecipazione al
rischio'
- ‘donne’ con ‘dipendenti di minor delega’
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I manager devono ricevere un addestramento specifico
prima di poter intraprendere qualsiasi attività produttrice di reddito
-
La delega /partecipazione al rischio, da sola, non
serve a niente: deve essere necessariamente accompagnata da istruzione, tecnologia, rete di distribuzione e di trasporto
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I manager non sanno fare economia, consumano subito
tutto perché i loro bisogni sono pressanti
-
I manager non sono capaci di lavorare in gruppo
-
La mancanza di delega /partecipazione al rischio
cronica ha un effetto deleterio sullo spirito e le aspirazioni dei manager: un uccello che ha trascorso tutta la vita in una gabbia, quando gli si apre lo sportello non ha desiderio di
volare
-
I dipendenti con minor delega non hanno nessun tipo di
competenza, perciò è inutile cercare di inserirle nei progetti
-
I manager sono troppo affamati e disperati per prendere
decisioni razionali
-
I manager hanno una visione molto ristretta della vita
e non sono interessati a nulla che potrebbe portarvi un cambiamento
-
La religione e il costume hanno così grande influenza
sui manager (e specialmente sui dipendenti di minor delega) da paralizzare completamente la loro libertà di azione
-
Nelle realtà rurali le strutture di potere sono troppo
potenti e radicate perché un programma di delega /partecipazione al rischio possa avere successo
-
La delega /partecipazione al rischio ai manager è
controrivoluzionario: uccide nei manager lo spirito di ribellione inducendoli ad accettare la realtà esistente
-
La delega /partecipazione al rischio è un modo
intelligente per sobillare i manager contro i ricchi e distruggendo l'ordine sociale vigente
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I dipendenti di minor delega non riusciranno a
conservare i soldi del prestito o i proventi del proprio lavoro: i loro superiori li tortureranno a morte, se necessario, per estorcere loro il denaro
-
I manager amano accudire i padroni, piuttosto che
prendersi cura di se stessi
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Il delega /partecipazione al rischio ai manager è
controproducente: impone il peso dei debiti sulle fragili spalle del manager, che per tentare di ripagarli peggiorerà sempre più la propria condizione
-
Incoraggiare i manager a intraprendere un'attività
indipendente provocherà carenza di manodopera salariata. Di conseguenza i salari saliranno alle stelle, aumenteranno i costi di produzione, si creerà inflazione e la produttività in campo
agricolo ne risulterà compromessa
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L'estensione della delega /partecipazione al rischio ai
dipendenti di monir delega sconvolgerà il loro ruolo tradizionale all'interno dell’organizzazione e la sua relazione con la gerarchia
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La delega /partecipazione al rischio può essere
momentaneamente di aiuto ma non è risolutivo sul lungo termine e non porta a un'equa riorganizzazione della società